Stress e mobbing tra gli infermieri: ‘la causa è nella cattiva organizzazione del lavoro’

IMG_3328Il blocco del turnover, lo stop alle assunzioni e sistemi organizzativi spesso non efficienti sono tra le cause dello stress degli infermieri, che svolgono una professione già di per sé faticosa, tra turni di notte e carichi fisici ed emotivi. Il sovraccarico di lavoro, le cause, le conseguenze non buone che si possono avere nel sistema sanitario, gli studi e soprattutto le soluzioni sono stati al centro di una giornata di studi molto partecipata all’università Magna Graecia in cui si sono succedute le lezioni di psicoterapeuti, psicologi e soprattutto degli stessi infermieri. Ad aprire i lavori della giornata voluta dalla Cnai, nucleo associativo Scolacium Calabria, e patrocinata da Ipasvi Catanzaro, Umg, ospedale Pugliese Ciaccio e azienda ospedaliero universitaria Mater Domini, la presidente Ipasvi Catanzaro Concetta Genovese da sempre in prima linea per la crescita della formazione e della cultura nella professione infermieristica. ‘Abbiamo parlato in particolar modo – ha spiegato lo psicologo Domenico Mauro – dei fenomeni – diffusissimi – del burnout e del mobbing – che sono entrambi conseguenze di contesti lavorativi disfunzionali. Il cosiddetto burnout – ha detto lo psicologo Mauro – è caratterizzato da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e riduzione dell’autostima. Porta anche a una sorta di distacco per autodifesa verso il lavoro da cui, a causa dello stress, si prendono appunto le distanze, con conseguenze che si ripercuotono sul funzionamento dello stesso sistema sanitario nel quale la figura professionale dell’infermiere riveste un ruolo chiave. E poi c’è il mobbing – continua lo psicologo – un’aggressione ripetuta verso un collega, con lo scopo preciso di danneggiarlo ed estrometterlo. Quello che mi preme sottolineare è che entrambi i fenomeni diffusi trovano terreno fertile in contesti lavorativi disfunzionali, ovvero in organizzazioni carenti e le responsabilità sono dentro le stesse strutture sanitarie’. Soluzioni? ‘In Italia siamo molto indietro rispetto a Paesi come gli Stati Uniti – ha aggiunto il dottore Mauro – ma le risposte non possono che essere: prevenzione e formazione’. Dello stress correlato al lavoro e della funzione del coordinatore infermieristico (quelli che un tempo si chiamavano capo sala) ha parlato la dottoressa Vittoria Tolomeo.

‘Il coordinatore infermieristico – ha spiegato la dottoressa Tolomeo – ha la funzione di orientare il gruppo di lavoro verso degli obiettivi, e per fare ciò serve coesione tra ogni infermiere, ognuno con le sue caratteristiche e abilità. Il coordinatore deve stare molto attento alle persone e alle dinamiche di gruppo. Il leader efficace- citando Goleman- non è quello che dà ordini, ma quello dotato di intelligenza emotiva e che sa quindi anche gestire le emozioni degli altri. Il gruppo infatti – continua la dottoressa Tolomeo – è fatto di persone e non di numeri. Per questo per arginare i fenomeni di stress occorre motivare, gratificare, incentivare e riconoscere le capacità di chi lavora per esempio dandogli autonomia. Mettere insieme i suoni di campane diverse e farne armonia, perché il risultato deve essere la cura e la soddisfazione del paziente’. Dell’importanza del ‘sistema premiante’ ha riferito nel suo intervento la dottoressa Anna Rotella, infermiera nell’azienda ospedaliero universitaria Mater Domini. ‘Un tempo molto erroneamente – ha detto – si attribuivano i casi di stress alle singole personalità, poi si è compreso come invece la responsabilità, come attestano anche molti studi svolti in America, sta spesso nel sistema organizzativo della struttura sanitaria. Spesso lo stress nasce dalla discrepanza tra ciò che ritiene il datore di lavoro e ciò che percepisce il lavoratore. Ma alcuni studi hanno dimostrato l’esistenza di ospedali ‘magnete’, organizzazioni attrattive verso i dipendenti e capaci quindi di renderli contenti e perciò molto più efficienti nel lavoro svolto’. ‘Se vuoi trasformare un uomo in una nullità non devi fare altro che ritenere inutile il suo lavoro’ cita la dottoressa Anna Rotella, che ha poi precisato come un’azienda intelligente saprà poi premiare i propri dipendenti e che la ‘premialità’ in termini di riconoscimento del proprio lavoro vale più della stessa ricompensa economica. Ancora, si sono succeduti gli interventi dello psicologo Sante Figliuzzi, delle dottoresse Marinaro, Barilaro, Passafaro, Ventua, Profiti, di Maria Elena Ziarelli che ha parlato del lavoro in Pronto soccorso e della dottoressa Tiziana Avenoso, ognuno approfondendo specifiche problematiche e studi verso le Soluzioni.

Fonte: catanzaroinforma.it