L’Operatore Socio Sanitario: tanti nodi ancora da sciogliere…

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Nelle strutture socioassistenziali, sociosanitarie, residenze per anziani, strutture private siamo difronte a delle evidenti carenze di personale che provocano, di conseguenza, gravi problemi organizzativi. 

Purtroppo ciò accade in quanto le leggi vigenti non sono indirizzate a tutelare e salvaguardare il benessere dell’utente, quanto piuttosto a porre in essere un’organizzazione che mira a favorire il risparmio all’interno delle strutture.

Molto spesso, durante i vari momenti di confronto con i nostri colleghi OSS, riscontriamo la presenza di situazioni di forte stress. Abbiamo notato che il tasso di assenze per malattia è sempre motivo di discussioni accese con le “imprese” che erogano questi servizi. Quindi, ci domandiamo: siamo davanti ad un lavoro di per sé faticoso, usurante, che mette a dura prova la capacità di reggere la fatica fisica ed emotiva (rasentando il burn out) oppure stiamo invece assistendo ad una politica aziendale che punta al risparmio, anche a costo di carichi lavorativi insostenibili per il personale?

Ma oltre al danno di lavorare sempre sotto pressione, c’è anche la beffa dietro l’angolo: perchè per l’OSS esiste il costante rischio di doversi esporre, per timore di perdere il posto di lavoro, in manovre ed azioni ben lontane dalle proprie competenze, incorrendo nell’abuso di professione (che oltretutto mette a serio rischio la salute di chi si affida alle cure) vista l’assenza di protocolli, piani di lavoro e di figure professionali adeguate anche in situazioni di massima richiesta di assistenza da parte dei pazienti/utenti; assenza che nasce dalla volontà di rendere al massimo economico il servizio, a scapito della qualità.

Rimaniamo senza parole quando prendiamo atto che, all’interno di alcune strutture, il cittadino diventa un semplice numero, una pratica fastidiosa da sbrigare nel minor tempo possibile ed al minor costo. 

Quando le condizioni di lavoro sono inumane, è veramente difficile e crudele pretendere dal personale OSS umanità ed empatia verso coloro di cui si devono prendere cura.

Monica di Angelo – Responsabile Terzo Settore